Demodex: che rogna!

Demodex: che rogna!

Gli acari del genere Demodex sono specie-specifici e abitano nei follicoli piliferi e nelle ghiandole sebacee di moltissimi mammiferi, compreso l’uomo, in genere senza causare alcun danno.

Di questo ultimo aspetto hanno beneficiato, a loro insaputa, gli studenti di medicina veterinaria dell’Università di Padova di qualche anno fa, che hanno imparato a riconoscere nei preparati parassitologici questi acari, vivi e vegeti, provenienti direttamente… dalla mia fronte (vedi il video qui sotto)!

I Demodex sono dunque considerati principalmente dei commensali, ed alcuni ricercatori suggeriscono che il rapporto ospite/parassita possa essere addirittura di tipo simbiotico, cioè l’ospite fornirebbe vitto e alloggio e gli acari in cambio potrebbero togliere di mezzo batteri ed altri organismi dai follicoli (Lacey et al, 2011).

Questo nell’uomo. Ma nel cane?

Un’indagine recente (Ravera et al., 2013) ha ricercato Demodex tramite biologia molecolare in campioni di bulbo pilifero di 128 cani (100 di canile e 20 di proprietà sani, 8 immunocompromessi) ed i risultati sono stati impressionanti:

  • quando il campionamento è avvenuto da 5 siti della cute, il 18% dei cani è risultato positivo
  • se si aumentano i siti di prelievo a 20 (28 cani), tutti sono risultati positivi, senza alcuna associazione con età, razza e sesso.

Demodex DemodicosisCome già osservato nell’uomo, anche negli animali immunocompromessi il numero di Demodex è maggiore rispetto ai cani sani.  Quindi il sistema immunitario naturale degli ospiti non solo tollera la presenza degli acari, ma potrebbe avere un ruolo nel regolare il loro numero senza indurre una reazione infiammatoria, anche se è rilevabile nel cane una risposta anticorpale (Ravera et al., 2015).

Tuttavia alcuni cani sviluppano una forma clinica di demodicosi, spesso grave e di difficile trattamento, tanto che un tempo era comune procedere all’eutanasia del soggetto colpito. Oggi questo non è più necessario, in quanto si è visto che circa il 50% dei cani al di sotto di 1,5 anni guarisce spontaneamente e che circa il 90% di tutti i casi risponde alle terapie oggi disponibili con successo.

In questa review (Arsenovic et al., 2015) allegata trovate un’analisi approfondita del successo terapeutico di vari prodotti utilizzabili per os, immersione, spot-on e sottocute.

Specie di Demodex riportati nell’uomo e in alcuni animali domestici

Specie ospite Specie (o morfotipo) parassita sintomatologia
cane Demodex canis rogna demodettica, grave
Demodex injai rogna demodettica, grave, meno frequente
Demodex sp. “cornei” ?
gatto Demodex cati, Demodex gatoi,Demodex sp. rara, associata a stati immunosoppressivi
uomo Demodex folliculorum,
Demodex brevis
no, negli immunocompromessi si assiste ad un aumento del loro numero
pecora Demodex sp.
bovino Demodex bovis, D. ghanensis forme nodulari
suino Demodex phylloides asintomatica
capra Demodex caprae forme nodulari
cavallo Demodex caballi asintomatica

Approfondimenti

  • Lacey et al. (2011), Demodex Mites – Commensals, Parasites or Mutualistic Organisms?, Dermatology 2011;222:128–130
    Abstract | PDF
  • Ravera et al. (2013), Small Demodex populations colonize most parts of the skin of healthy dogs, Vet Dermatol. 2013 Feb;24(1):168-72.e37
    Abstract | PDF
  • Ravera et al. (2015), Serumdetection of IgG antibodies against Demodex canis by western blot in healthy dogs and dogs with juvenile generalized demodicosis, Research in Veterinary Science 101 (2015) 161–164
    Abstract
  • Arsenovic et al. (2015), The main factors influencing canine demodicosis treatment outcome and determination of optimal therapy, Parasitol Res (2015) 114:2415–2426
    Abstract | PDF

Gioia Capelli

Gioia Capelli è Direttore Sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) dal 14 ottobre 2020. Si è laureata in medicina veterinaria nel 1986 a Bologna e ha conseguito il dottorato di ricerca in parassitologia e malattie parassitarie nel 1989. Dal 1991 al 1994 è stata veterinario presso IZSVe, dove ha istituito il Laboratorio di parassitologia; nel 1994 è passata alla Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Padova, prima come ricercatore e poi come professore associato fino al 2004. Nel 2004 è tornata all’IZSVe come dirigente veterinario, dove nel 2016 è stata nominata direttore del Centro di referenza nazionale/centro di collaborazione OIE per la ricerca scientifica sulle malattie infettive nell’interfaccia uomo/animale. I suoi interessi di ricerca riguardano l’epidemiologia delle malattie parassitarie e delle malattie trasmesse da vettori, in particolare quelle zoonotiche ed emergenti; l’ecologia dei vettori e la sorveglianza delle malattie trasmesse da zecche (Anaplasma, borreliosi di Lyme, TBE virus, Rickettsie), pulci (Rickettsia felis), culicidi (West Nile virus e altri Flaviviridae, filarie) e flebotomi (Leishmania). È autrice di oltre 180 articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali.