Se i proprietari di gatti capissero meglio i loro animali si renderebbero conto dell’assurdità di alcune richieste che facciamo loro quotidianamente
– John Bradshaw
Qualche tempo fa è circolata nel web la notizia di un interessante studio di John Bradshaw (Università di Bristol) secondo cui i gatti sono stressati anche perché li trattiamo come cani.
Sta emergendo che il nostro piccolo felino domestico, oltre a subire i danni dell’antropomorfizzazione, così come accade al cane e al resto del mondo animale, subisce anche quelli da cinomorfizzazione: nella vita quotidiana e nell’immaginario collettivo il gatto è troppo spesso concepito come “un cane di serie B”.
Quante volte abbiamo sentito pronunciare parole quali: «Non ti puoi permettere un cane perché hai poco tempo da dedicargli? Adotta un gatto!». Durante gli anni lavorati in campo clinico, devo averlo fatto anch’io.
È aumentato il livello di cultura generale in campo etologico, ma molto più a favore del cane rispetto al gatto. Il gatto è rimasto un po’ in disparte, forse perché spesso le sue esigenze le fa sentire in modo meno insistente, almeno fino a che non degenerano in campo patologico.
Per questo anche nel panorama italiano alcuni esperti, come come Sonia Campa e Roberto Marchesini, si stanno adoperando per fare cultura sul gatto.
Un rapporto che cambia
È anche da tenere presente che il nostro rapporto con questa specie è cambiato negli ultimi decenni.
L’abitudine sempre più frequente di tenere uno o più gatti in appartamento, spesso in solitudine per gran parte della giornata, impedisce all’animale di soddisfare i suoi bisogni etologici in autonomia e mantenersi in equilibrio, dando origine a problemi che non esistevano quando questa specie aveva una vita più libera.
È importante saper riconoscere i segni di disagio quali:
- eliminazioni indesiderate;
- marcature;
- autogrooming eccessivo;
- episodi di aggressività;
- patologie stress-correlate (tipicamente, cistiti idiopatiche e dermatiti).
Ancora meglio è prevenirli offrendo al gatto un ambiente adeguato alle sue esigenze, ma quando compaiono, questi segni non dovrebbero essere sottovalutati né trattati con semplici soluzioni “da manuale”. È importante far comprendere al proprietario che una deiezione lasciata fuori dalla cassetta non è un dispetto, ma una manifestazione di disagio e che è importante capirne l’origine.
La rubrica
La rubrica “Conoscere il gatto” avrà lo scopo di offrire spunti di riflessione sulle esigenze etologiche del gatto e sugli errori che possiamo commettere relazionandoci con lui, in un’ottica di prevenzione per una felice convivenza e una reciproca soddisfazione.