I Paramyxovirus sono un’ampia famiglia di virus ad RNA con envelope, noti sia in medicina umana sia in campo veterinario come causa del morbillo, del cimurro, della peste dei piccoli ruminanti e di altre patologie emergenti.
L’associazione di Paramyxovirus e danni renali è stata dimostrata per l’uomo, per i roditori e per i pipistrelli. Fino ad oggi la trasmissione interspecifica al gatto è stata descritta solo per il virus del cimurro del cane.
Ci sono però evidenze che fanno pensare al Morbillivirus (FeMV), un genere di virus della famiglia dei Paramyxovirus felini (FPaV), come causa di nefropatia cronica (Chronic Kidney Disease, CKD), una patologia comune nel gatto, specialmente nei soggetti anziani, con andamento progressivo e talvolta fatale.
Casi di Morbillivirus nei gatti
Nel 2012 per la prima volta un Morbillivirus è stato identificato in gatti di Hong Kong sofferenti di nefrite tubulointerstiziale. Nel 2014 la scoperta è stata confermata in Giappone, dove è stata descritta una diversità tra i ceppi identificati.
In Italia
La prima segnalazione in Italia è del 2015, riferita a un gatto che presentava:
- cattivo stato di nutrizione;
- versamento pleurico;
- disidratazione e diarrea.
Il quadro generale rivelava alterazione epato-renale, in assenza di altri riscontri in diagnosi differenziale.
Altri casi
In un recente studio tedesco il virus è stato trovato nelle urine di 8 su 120 gatti sofferenti di insufficienza renale cronica (CKD), ma non nelle urine di 86 soggetti sani. Nei casi identificati l’escrezione urinaria è durata almeno 4 settimane e in un caso più di 11 settimane, suggerendo la cronicità dell’infezione. L’RNA virale non è stato invece trovato nel sangue e nel siero degli animali escretori.
In uno studio giapponese il virus è stato rilevato nelle urine di 5 su 82 soggetti e nel sangue di 1 su 10 soggetti campionati in modo casuale; ancora, su tessuto renale di 4 su 10 soggetti con nefrite.
Sempre in Giappone, un’altra ricerca ha identificato il virus in 3 su 13 gatti esaminati, ma senza osservare un’associazione significativa con patologia renale.
Anche negli USA il virus è stato diagnosticato in 10 gatti su 327 soggetti esaminati, di cui 3 affetti da CKD e 7 sani. Uno dei gatti infetti ma sani è stato individuato come escretore, ancora in assenza di manifestazioni cliniche, a 15 mesi di distanza dalla prima diagnosi. I Morbillivirus sono noti per l’attitudine a cronicizzare, ma in altre malattie le manifestazioni croniche sono a carico del sistema nervoso centrale piuttosto che dell’apparato urinario.
La correlazione Morbillivirus-CKD è ancora un’ipotesi
Molti degli studi citati sono stati condotti su un numero ristretto di soggetti, pertanto è presto per trarre conclusioni sulla correlazione dell’infezione con la CKD.
C’è inoltre da valutare la diversità genetica tra i ceppi finora identificati. Dall’analisi filogenetica sono state rilevate differenze significative, in alcuni casi tali da giustificare la classificazione in altre specie di FPaV diverse dal FeMV, più simili ai Paramyxovirus isolati in roditori e pipistrelli.
L’ampia variabilità genetica è probabilmente dovuta a un’evoluzione dei virus con trasmissione interspecifica e riassortimento genetico.
Diagnosi virologica
Di fronte a casi clinici compatibili con nefropatia cronica o comunque patologie renali, è possibile indagare la presenza di FeMV con una diagnosi virologica.
Per informazioni sulla diagnosi virologica effettuabile dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, puoi contattare:
- Alda Natale (SCT3 – Laboratorio sierologia e malattie pianificate, +39 049 8084435, anatale@izsvenezie.it)
- Maria Serena Beato (SCT3 – Laboratorio virologia diagnostica, +39 049 8084461, msbeato@izsvenezie.it)