Ebola in cani e gatti domestici: il rischio è basso

Ebola in cani e gatti domestici: il rischio è basso

Dopo i primi sospetti di contagio da virus Ebola in animali da compagnia dovuti al contatto con persone ammalate, gli esperti dell’EFSA (European Food Safety Agency) e dell’ECDC (European Center for Disease Control) e gli Stati Membri hanno dichiarato ufficialmente un “basso rischio” in Europa (*).

Nei paesi europei il livello di attenzione per l’infezione umana è altissimo. Al momento si registrano esclusivamente casi in operatori sanitari, secondari a quelli di importazione. Il malato è posto in isolamento sin dai primi sintomi, e questo riduce le possibilità di contagio anche per gli animali domestici.

Il contagio nei pet

Pur nell’incompletezza dei dati disponibili, a oggi non ci sono prove che i cani possano sviluppare la malattia e diffondere il virus, né che i gatti possano infettarsi. Gli esperti raccomandano che gli operatori medici e veterinari lavorino congiuntamente e stimino il rischio caso per caso, secondo un range di valutazione per ora ampio (il rischio può essere classificato da “molto basso” ad “alto”), considerando due principali fattori:

  • stadio di infezione della persona: chi mostra una sintomatologia evidente elimina più virus, ed è quindi più contagioso, rispetto a chi, in fase di incubazione o all’esordio dei sintomi, sta clinicamente bene;
  • tipo di contatto che c’è stato tra uomo e animale: più stretto è stato il contatto, maggiore è il rischio.

Gli esperti hanno inoltre individuato misure precauzionali, come ad esempio l’autovalutazione delle persone a rischio nei 21 giorni successivi al possibile contatto e protocolli per l’isolamento e l’osservazione dei pet a rischio, test diagnostici inclusi, sempre per un periodo di almeno 21 giorni.

Attendiamo nuovi dati nei prossimi mesi, secondo quanto richiesto dalla Commissione Europea. EFSA e ECDC uniranno i loro sforzi per stimare i fattori di rischio per la trasmissione di Ebola da animali all’uomo in Africa occidentale, eventi oggi considerati come spill-over.

(*) Nel documento EFSA per “cani e gatti domestici” si intendono soggetti che vivono in casa e con i quali i proprietari hanno un contatto fisico ravvicinato.

Probabilità di contagio per un pet

Il rischio va considerato alto se l’animale ha avuto contatto con i fluidi corporei di una persona con forma clinica evidente. In tal caso l’animale può fungere da veicolo passivo di infezione tramite la cute ed il pelo, anche senza ammalarsi, per circa 6 giorni.

Figura 1 - Algoritmo della probabilità di contagio per un pet entrato in contatto con una persona infetta da virus Ebola. Il rischio va considerato alto se l’animale ha avuto contatto con i fluidi corporei di una persona con forma clinici evidente; in tal caso l’animale può fungere da veicolo passivo di infezione tramite la cute ed il pelo, anche senza ammalarsi, per circa 6 giorni.

Figura 1 – Algoritmo della probabilità di contagio per un pet entrato in contatto con una persona infetta da virus Ebola. Il rischio va considerato alto se l’animale ha avuto contatto con i fluidi corporei di una persona con forma clinici evidente; in tal caso l’animale può fungere da veicolo passivo di infezione tramite la cute ed il pelo, anche senza ammalarsi, per circa 6 giorni.

Per approfondimenti

 

Alda Natale

Veterinario dirigente, è direttore della struttura complessa SCT3 – Padova e Adria. Diagnostica in sanità animale dell’IZSVe. Si occupa di diagnosi sierologica e virologica delle malattie infettive dei mammiferi e zoonosi, attività di ricerca in ambito zoonosi e sanità animale, analisi per i piani di profilassi nazionali e regionali. Si è laureata all’Università di Bologna, dove ha conseguito la Specializzazione in sanità animale, allevamento e produzioni zootecniche e dove ha seguito un corso di perfezionamento in Sorveglianza Sanitaria delle Popolazioni Animali. Nel 2004 ha conseguito il Dottorato di ricerca in sanità pubblica, igiene veterinaria e delle produzioni animali all’Università di Padova. Nel 2014 ha conseguito il titolo di referee in Consulente della relazione felina ed è iscritta al relativo albo SIUA. Nel 2018 ha conseguito il titolo di Master di secondo livello in Medicina Comportamentale del Cane e del Gatto con approccio Cognitivo Zooantropologico ed è iscritta all’elenco FNOVI dei Medici Veterinari Esperti in comportamento.