Uno studio realizzato a livello europeo ha cercato di fare il punto sulla diffusione delle parassitosi polmonari e le co-infezioni da parassiti gastrointestinali nei gatti domestici di vari paesi europei, Italia inclusa. In particolare la ricerca ha interessato Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Portogallo, Romania, Spagna, Svizzera e Regno Unito, e ha coinvolto altrettanti esperti di diversa nazionalità, tra i quali i ricercatori del Laboratorio di parassitologia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe).
Dai risultati è emerso che il 38,8% dei gatti campionati è affetto da almeno un parassita e il 10,6% è affetto da parassiti polmonari, che in generale sono i secondi come prevalenza dopo gli ascaridi. Il paese con la più alta percentuale di gatti parassitati a livello polmonare è la Bulgaria (35,8%), il più basso è la Svizzera (0,8%), mentre nessuno dei gatti campionati in Austria o nel Regno Unito è risultato infetto.
Il parassita più diffuso è risultato essere Aelurostrongylus abstrusus (78,1%), seguito da Troglostrongylus brevior (19,5%), Eucoleus (Capillaria) aerophilus(14,8%) e infine ben più raro Oslerus rostratus (3,8%). Le analisi svolte sui felini dopo il trattamento antiparassitario (una formulazione contenente fipronil, (S)-methoprene, eprinomectina e praziquantel) hanno evidenziato che per A. abstrusus l’efficacia del trattamento è del 99% mentre per T. brevior, O. rostratuse E. aerophilus è del 100%.
L’analisi dei possibili fattori di rischio ha individuato come maggiormente a rischio i gatti giovani e quelli co-infetti con altri parassiti. Con la sola eccezione di A. abstrusus, la situazione delle parassitosi dei gatti in Europa non era mai stata molto approfondita. Le informazioni relative alla loro diffusione erano frammentarie e per lo più limitate a rapporti sui casi verificatisi in passato.
Grazie a questo studio è stato possibile redigere un report sulle diagnosi, sull’epidemiologia, sull’efficacia del trattamento antiparassitario e sull’insorgenza di co-infezioni da parassiti gastrointestinali. È stato realizzato inoltre un ricco corredo iconografico che contribuirà a monitorare l’evoluzione delle patologie in oggetto in ambito europeo.
I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica International Journal for Parasitology.
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