Gatto e cane: un esempio di collaborazione interspecifica

Gatto e cane: un esempio di collaborazione interspecifica

Pur essendo un animale sociale capace di vivere relazioni complesse, il gatto è scarsamente collaborativo, a differenza del cane che lo è in modo molto spiccato.

Perché lo definiamo così? Ad esempio, perché il gatto compie la predazione da solo e, in condizioni naturali, sceglie la solitudine anche per consumare il pasto.

Inoltre, in caso di pericolo la fuga è solitaria: sappiamo bene che un gatto spaventato non cerca la protezione avvicinandosi a noi ma scappa in cerca di un rifugio sicuro; può anzi diventare pericoloso se costretto al contatto.

L’unica situazione naturale in cui è ben documentato un comportamento di tipo collaborativo nel gatto è la maternità.

Mamma gatta, specialmente se è cresciuta insieme alla madre o alle sorelle, accetta e ricerca l’aiuto delle altre femmine nella cura della prole. Questo comportamento favorisce la protezione dei piccoli quando la mamma deve allontanarsi per procurare il cibo.

Quando riesce a instaurare una relazione affettiva e di fiducia, però, l’elastica mente del gatto permette di estendere questa collaborazione ad altre specie. Capita che una micia partoriente dimostri di apprezzare la nostra assistenza, anzi spesso ci chiama quando il momento si avvicina.

È meno frequente, come nel caso del video qui sotto video, che accetti la collaborazione di un cane. Ma quando si instaura un solido rapporto di fiducia, anche questo può accadere.

Un video toccante che dice molto sul rapporto equilibrato e sereno che questi due animali hanno la fortuna di condividere.

Alda Natale

Veterinario dirigente, è direttore della struttura complessa SCT3 – Padova e Adria. Diagnostica in sanità animale dell’IZSVe. Si occupa di diagnosi sierologica e virologica delle malattie infettive dei mammiferi e zoonosi, attività di ricerca in ambito zoonosi e sanità animale, analisi per i piani di profilassi nazionali e regionali. Si è laureata all’Università di Bologna, dove ha conseguito la Specializzazione in sanità animale, allevamento e produzioni zootecniche e dove ha seguito un corso di perfezionamento in Sorveglianza Sanitaria delle Popolazioni Animali. Nel 2004 ha conseguito il Dottorato di ricerca in sanità pubblica, igiene veterinaria e delle produzioni animali all’Università di Padova. Nel 2014 ha conseguito il titolo di referee in Consulente della relazione felina ed è iscritta al relativo albo SIUA. Nel 2018 ha conseguito il titolo di Master di secondo livello in Medicina Comportamentale del Cane e del Gatto con approccio Cognitivo Zooantropologico ed è iscritta all’elenco FNOVI dei Medici Veterinari Esperti in comportamento.