Pur essendo un animale sociale capace di vivere relazioni complesse, il gatto è scarsamente collaborativo, a differenza del cane che lo è in modo molto spiccato.
Perché lo definiamo così? Ad esempio, perché il gatto compie la predazione da solo e, in condizioni naturali, sceglie la solitudine anche per consumare il pasto.
Inoltre, in caso di pericolo la fuga è solitaria: sappiamo bene che un gatto spaventato non cerca la protezione avvicinandosi a noi ma scappa in cerca di un rifugio sicuro; può anzi diventare pericoloso se costretto al contatto.
L’unica situazione naturale in cui è ben documentato un comportamento di tipo collaborativo nel gatto è la maternità.
Mamma gatta, specialmente se è cresciuta insieme alla madre o alle sorelle, accetta e ricerca l’aiuto delle altre femmine nella cura della prole. Questo comportamento favorisce la protezione dei piccoli quando la mamma deve allontanarsi per procurare il cibo.
Quando riesce a instaurare una relazione affettiva e di fiducia, però, l’elastica mente del gatto permette di estendere questa collaborazione ad altre specie. Capita che una micia partoriente dimostri di apprezzare la nostra assistenza, anzi spesso ci chiama quando il momento si avvicina.
È meno frequente, come nel caso del video qui sotto video, che accetti la collaborazione di un cane. Ma quando si instaura un solido rapporto di fiducia, anche questo può accadere.
Un video toccante che dice molto sul rapporto equilibrato e sereno che questi due animali hanno la fortuna di condividere.