Influenza canina: una nuova zoonosi?

Influenza canina: una nuova zoonosi?

Nel 2004, in Florida, è stato identificato per la prima volta un virus influenzale in cani.

L’infezione è stata causata da un virus di origine equina, sottotipo H3N8, che secondo studi retrospettivi circolerebbe già dal 1999 nella popolazione canina. Il virus H3N8 avrebbe quindi fatto un salto di specie direttamente dal cavallo al cane.

L’identificazione di un virus influenzale nei cani ha stimolato studi di sieroprevalenza su diverse popolazioni canine nel mondo, svelando la suscettibilità di questa specie non solo al ceppo H3N8 ma anche ad altri sottotipi.

Casi nel mondo…

Già nel 2004 è stata segnalata l’infezione di cani causata dal ceppo H5N1 di influenza aviaria a seguito di ingestione di carne di anatra infetta.

Nel 2007 diversi focolai di malattia respiratoria in canili della Corea del Sud sono stati attribuiti all’H3N2 interamente aviare. Inoltre è stata riscontrata anche la presenza di un ceppo H3N1 derivante dal riassortimento tra il ceppo H3N2 e il ceppo pandemico H1N1.

Dal 2009 in poi vi sono state segnalazioni di infezioni nel cane causate dal ceppo pandemico H1N1 (la cosiddetta influenza “suina”) in Cina, in America…

…e in Italia

Da uno studio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie è stata riscontrata la presenza di anticorpi verso il ceppo pandemico nella popolazione canina del Veneto.

Probabilmente la presenza di anticorpi nella popolazione canina italiana è il risultato della trasmissione del virus dai proprietari di cani ai loro animali. Recentemente è stata inoltre dimostrata la trasmissione da cane a cane di un altro ceppo aviare di sottotipo H5N2, aumentando il livello di allerta sul ruolo che il cane può assumere nella trasmissione e nel riassortimento dei virus influenzali.

I ceppi H3N8 e H3N2 hanno continuato a circolare nella popolazione canina da quando sono emersi in questa specie, creando diverse opportunità per l’esposizione di uomo e altre specie animali a queste infezioni. La copresenza di più sottotipi di virus influenzali circolanti nelle popolazioni canine, in grado di superare la barriera di specie cane-uomo, sottolinea l’importanza di una continua vigilanza da parte di veterinari e medici sul possibile rischio di riassortimento genetico che può avvenire in questa specie animale.

Sintomi e diagnosi

L’infezione da virus influenzali nel cane causa sintomatologia respiratoria con lesioni principalmente al tratto respiratorio superiore con distruzione delle ciglia epiteliali.

Gli animali presentano anoressia e depressione, con scolo nasale e oculare accompagnati da starnuti e lieve tosse.

La diagnosi di influenza canina può essere sierologica tramite reazione ELISA, che svela la presenza di anticorpi per virus influenzali di tipo A, mentre la caratterizzazione degli anticorpi avviene mediante inibizione dell’emoagglutinazione. La diagnosi virologica può essere effettuata mediante PCR e isolamento virale in colture cellulari.

Maria Serena Beato

Medico veterinario dirigente, si è occupata dal 2004 al 2013 di influenza aviaria studiando approcci di prevenzione e controllo mediante la vaccinazione e le caratteristiche antigeniche di virus H5 e H7. Dal 2013 a oggi è medico veterinario dirigente presso il Laboratorio di virologia diagnostica (SCT3 - Padova e Adria. Diagnostica in sanità animale), dove si occupa dell’attività diagnostica delle affezioni virali dei cani e gatti, della diagnostica sierologica delle principali patologie del suino, e della diagnosi e caratterizzazione di influenza suina. I suoi interessi di ricerca riguardano i virus influenzali suini, i virus enterici a potenziale zoonosico del suino (Norovirus, astrovirus, mammalian orthoreovirus), i virus di cani e gatti, influenza D nei ruminanti, il lentivirus dei piccoli ruminanti.