La febbre Q è una malattia zoonotica causata da Coxiella burnetii ed è segnalata principalmente nei ruminanti, che rappresentano la principale fonte d’infezione per l’uomo. Molte altre specie animali possono infettarsi con questo agente, con o senza segni clinici, e il momento del parto o dell’aborto è quello più a rischio per la diffusione.
Il ruolo epidemiologico di cani e gatti
I cani si possono infettare tramite l’ingestione di prodotti contaminati (es. placente), per aerosol o tramite le zecche. L’infezione di cagne gravide è stata associata a natimortalità dei cuccioli. Alcuni autori hanno associato l’infezione umana al contatto con il cane, e ceppi di Coxiella sono stati isolati a partire da uteri di cagne in Canada.
Il ruolo dei gatti è principalmente collegato al parto e alla manipolazione dei gattini neonati; è stata evidenziata per la prima volta in coincidenza di un’epidemia familiare nel 1984 in Nuova Scozia (Canada) e poi ampiamente descritto. Coxielle vitali sono state rilevate nel tratto genitale di gatte sia sane, sia infette e l’isolamento è stato ottenuto da gatte che avevano abortito e manifestavano segni clinici.
L’infezione da Coxiella nei pets non è frequente, quindi non facciamo allarmismo
Tuttavia dobbiamo conoscere il problema per essere preparati a rispondere alle emergenze, come nel caso della recente esperienza olandese, dove un’epidemia senza precedenti si è manifestata all’improvviso nella specie caprina, causando migliaia di casi umani nell’arco di pochi anni (2007-2010).
La diagnosi di Coxiella
Per chi ha a che fare soprattutto con allevamenti di cani e gatti, ricordiamo che presso i laboratori IZSVe di Legnaro (Padova) è possibile richiedere la ricerca diretta di Coxiella burnetii mediante Real Time PCR su placenta e altri campioni biologici.
È possibile anche eseguire la ricerca sierologica mediante fissazione del complemento, tenendo presente che si tratta di una metodica molto specifica ma relativamente sensibile.
A titolo sperimentale si può eseguire anche la metodica IFAT (immunofluorescenza indiretta).
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Approfondimenti sulla febbre Q
- Sidi-Boumedine K., Rousset E. , Henning K. , Ziller M. , Niemczuck K., Roest HIJ. and Thiéry R., Development of harmonised schemes for the monitoring and reporting of Q-fever in animals in the European Union, 2010, SCIENTIFIC REPORT submitted to EFSA: http://goo.gl/aRi25g
- Georgiev M, Afonso A, Neubauer H, Needham H, Thiéry R, Rodolakis A, Roest HJ, Stärk KD, Stegeman JA, Vellema P, van der Hoek W, More SJ. Q fever in humans and farm animals in four European countries, 1982 to 2010, 2013, Euro Surveillance, 18(8): http://goo.gl/ihvFp
- Agerholm J.S., Coxiella burnetii associated reproductive disorders in domestic animals-a critical review, 2013, Acta Veterinaria Scandinavica, 55:13: http://goo.gl/crfTzV
- Pinsky R.L., Fishbein D.B., Greene C.R., Gensheimer K.F., An Outbreak of Cat-Associated Q Fever in the United States, 1991, Journal of Infection Disease, 164 (1), 202-204: http://goo.gl/hn75xt