Analisi di ematologia e chimica clinica: scelta dell’anticoagulante

Analisi di ematologia e chimica clinica: scelta dell'anticoagulante

La fase preanalitica, che va dalla raccolta, al trattamento e alla conservazione del campione, è una parte del processo diagnostico molto critica, che può influenzare in maniera significativa il successivo risultato analitico.

La qualità dei prelievi ematici e urinari è quindi fondamentale per assicurare l’accuratezza dei risultati di laboratorio. Diversi studi, infatti, riportano una percentuale importante di errori di laboratorio, dal 45% al 70%, concentrati proprio in questa fase.

Vi sono numerosi standard e linee guida internazionali che vengono utilizzati in medicina di laboratorio per la stesura di procedure per la corretta gestione dei campioni e per definire i criteri di accettabilità.

Ci sono principalmente due variabili preanalitiche che si presentano tra la raccolta del campione e la fase analitica vera e propria per analisi di ematologia e chimica clinica:

  • la scelta del corretto anticoagulante (che approfondisco in questo articolo)
  • la conservazione e consegna del campione (che approfondirò in un articolo successivo)

Scelta dell’anticoagulante

Ematologia

Provette EDTA

Provette EDTA

L’EDTA è l’anticoagulante di elezione per questo settore.

Ricordarsi di miscelare delicatamente per inversione la provetta immediatamente dopo il prelievo, per evitare la formazione di coaguli.

Riempire la provetta con il volume idoneo, ricordando che un eccesso di EDTA rispetto al sangue prelevato provoca il raggrinzimento degli eritrociti.

Il campione va conservato a +4°C e consegnato al laboratorio nel più breve tempo possibile al fine di evitare la maturazione e/o la rottura di cellule e la formazione di aggregati piastrinici.

Al momento del prelievo, si consiglia di effettuare immediatamente uno striscio di sangue su vetrino: è sufficiente una piccolissima goccia di sangue, non più di 5 microlitri, per ottenere uno striscio ematico idoneo alla lettura della morfologia di eritrociti, leucociti e piastrine.

Attenzione: una goccia di sangue eccessiva impedisce la creazione di un monostrato cellulare (striscio troppo spesso), rendendo pressoché infruttuosa la lettura dello striscio.

Il vetrino va conservato a temperatura ambiente e verrà colorato in laboratorio.

Striscio

(per un tutorial passo per passo su come eseguire al meglio uno striscio ematico leggi il post: Come eseguire uno striscio ematico)

Chimica clinica

Provetta Litio Eparina

Provetta marrone: senza Litio Eparina / Provetta verde: con Litio Eparina

Per l’analisi dei parametri relativi alla biochimica clinica si possono utilizzare sia provette senza anticoagulante sia provette con anticoagulante Litio eparina.

I risultati differiscono lievemente a livello di alcuni parametri, come ad esempio delle proteine totali, che risultano più elevate nel plasma per la presenza di fibrinogeno e degli altri fattori della coagulazione.

Inoltre rispetto al siero il plasma presenta il vantaggio di un’emolisi inferiore tanto che i valori di potassio, su plasma, sono inferiori mediamente del 10% rispetto a quelli su siero.

Il suggerimento è pertanto quello di utilizzare la stessa tipologia di campione se si vuole monitorare un paziente in modo sequenziale.

Coagulazione

Provette Na Citrato

Provetta con Na-Citrato

Per questa tipologia di analisi è necessario utilizzare provette con Na-citrato.

Particolare attenzione va posta nella raccolta del prelievo, osservando sempre il corretto rapporto anticoagulante-sangue (1:9).

Importantissima è inoltre la conservazione di questo campione: conservare a +4°C, centrifugare nel più breve tempo possibile (entro 2 ore) e separare il plasma, che potrà quindi essere congelato.

Analisi delle urine

Le urine devono essere raccolte in un contenitore sterile e avviate al laboratorio il più presto possibile per evitare modificazioni morfologiche dei componenti del sedimento, crescita di germi ed alcalinizzazione del materiale.

Refrigerare e conservare il campione refrigerato fino alla consegna.

Trattamento e conservazione del campione

Come già detto all’inizio dell’articolo, oltre alla scelta del corretto anticoagulante una seconda variabile fondamentale per garantire la qualità delle analisi di ematologia e chimica clinica è il corretto trattamento del campione dopo il suo prelievo.

Approfondirò questo aspetto in un prossimo articolo su IZSVe Pets, per cui continuate a seguirci!

L’articolo successivo “Analisi di ematologia e chimica clinica: trattamento e consegna del campione” è stato pubblicato!

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Annalisa Stefani

Dirigente biologo, dal 2005 coordina le attività dell’U.O. Patologia clinica e ematologia (SCS3 Diagnostica specialistica, istologia e parassitologia) all’IZSVe, dove si occupa di biochimica clinica ed ematologia in ambito veterinario, sia per gli animali da affezione sia per le specie di interesse zootecnico, con particolare attenzione allo studio e alla valutazione del benessere animale. Si è laureata in Scienze biologiche presso l’Università di Padova, dove nel 1998 ha conseguito il Diploma di specializzazione in biochimica e chimica clinica e nel 2005 il Dottorato in scienze epatologiche.